Insulti sui social, è reato?

11 Maggio 2025

insulti sui social

Gli insulti e le offese sui social sono, purtroppo, un fenomeno molto comune e diffuso. E dal punto di vista della legge? È reato insultare qualcuno sui social?

Bisogna sapere che i social network sono luoghi, anche se virtuali, in cui le persone si incontrano, si conoscono e dialogano tra di loro, proprio come le piazze e i luoghi della vita reale.
I social network, inoltre, sono considerati e sono, a tutti gli effetti, luoghi di comunicazione pubblica e tutto quello che viene scritto può essere letto da molte persone.

Torniamo alla domanda iniziale: è reato insultare qualcuno sui social? Sì, insultare qualcuno sui social può costituire reato!
A seconda delle modalità, le offese sui social possono configurare reati e illeciti diversi, come la diffamazione o l’ingiuria.

 

Diffamazione e ingiuria

La diffamazione è il reato che si verifica quando una persona offende l’onore o la reputazione di una persona, che in quel momento non è presente, ma in presenza, invece, di più persone o attraverso mezzi di comunicazione pubblica, come i social media. Perché ci sia diffamazione è, inoltre, necessario che ci sia proprio la volontà di offendere (cioè l’offesa viene fatta con dolo)

Un caso famoso di diffamazione a mezzo social è quello denominato E. Jean Carroll v. Donald J. Trump, che ha visto coinvolto il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, condannato al pagamento di 83,3 milioni di dollari come risarcimento nei confronti della scrittrice Jean Carroll, per averla diffamata attraverso post pubblicati sui social, conferenze stampa, comizi elettorali e in televisione.

Diversa dalla diffamazione è, invece, l’ingiuria, che si verifica quando l’offesa viene rivolta direttamente alla persona offesa in sua presenza.
Fino a qualche anno fa, l’ingiuria era un reato penale a tutti gli effetti, ma ora è stata (depenalizzata e) trasformata in un illecito civile.
Questo non significa che tale comportamento sia considerato meno grave dalla legge, ma solo che chi offende direttamente una persona (ad esempio, con un messaggio privato su un social) non rischia una sanzione penale, ma può comunque essere chiamato a risarcire i danni morali e materiali alla persona offesa.

 

Aggravanti e circostanze particolari

In alcuni casi, poi, sempre dal punto di vista della legge, si possono verificare alcune circostanze che possono ulteriormente aggravare la posizione dell’autore dell’offesa, ad esempio, l’offesa rivolta a pubblici ufficiali. Infatti, se l’insulto è rivolto a una persona che ricopre una carica pubblica durante lo svolgimento delle sue funzioni, la pena può essere più severa.

Inoltre, per venire al titolo di questo articolo, la diffamazione, che abbiamo visto prima, è aggravata se l’offesa è commessa “con il mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità”, inclusi i social network. La diffusione di messaggi diffamatori tramite piattaforme come, ad esempio, Facebook, Instagram, TikTok, è considerata un’aggravante poiché il messaggio è accessibile a un vasto pubblico.

E se l’autore degli insulti fosse un minore?

I social vengono utilizzati quotidianamente da persone di ogni età. E se l’autore degli insulti fosse un minorenne, chi ne deve rispondere? Ne abbiamo già parlato in un altro nostro articolo, – in tema di multe –, i genitori hanno un dovere di sorveglianza nei confronti dei figli e, nel caso dei social, devono controllare i profili social dei figli minorenni, anche quelli fake, per evitare abusi e condotte illecite.
Per questo motivi, nel caso in cui l’autore degli insulti sia un minore, a risponderne saranno i genitori che dovranno quindi provvedere al pagamento del risarcimento nei confronti della persona offesa per i danni subiti.

Tutto quello che che scriviamo sui social ha un peso e un valore e, per questo, prima di scrivere qualcosa online, è sempre bene riflettere sulle possibili conseguenze. Gli insulti sui social non sono uno scherzo ma possono avere conseguenze legali anche gravi. Sia chi pubblica che chi commenta dovrebbe sempre ricordare che la libertà di espressione ha dei limiti, e il rispetto degli altri è uno di questi.

 

(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
Questo è Diritto-Pop!

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