Doppio cognome ai figli, cosa è cambiato?

By | 29 Aprile 2022

doppio-cognomeQuali sono le novità in merito doppio cognome dei figli?
Se ne è parlato tanto in questo periodo, ma ad oggi si tratta solo di novità annunciate e non ancora effettive. Cerchiamo di capire cosa prevede la legge e quali saranno le modifiche in future.

Come funziona ora il “doppio cognome”?

Attualmente al momento della nascita i genitori possono attribuire, di comune accordo, al figlio anche il cognome della madre, dopo quello del padre. Anche significa che in automatico viene sempre attribuito il cognome del padre. Solo se i due genitori sono d’accordo, si potrà aggiungere anche il cognome della madre, che verrà messo però come secondo cognome.

Facciamo alcuni esempi.
Il padre si chiama Luigi Rossi, la madre si chiama Anna Verdi, e il figlio appena nato Francesco.
– ipotesi 1) i genitori non fanno alcuna scelta: il figlio si chiamerà Francesco Rossi;
– ipotesi 2) i genitori decidono di aggiungere anche il cognome della madre: il figlio si chiamerà Francesco Rossi (cognome del padre) Verdi (cognome della madre);

È possibile attribuire il solo cognome materno solo se il figlio, nato fuori dal matrimonio, è riconosciuto solo dalla madre. Tuttavia, se, anche successivamente, venisse accertata la paternità o effettuato il riconoscimento da parte del padre, il figlio potrà assumere il cognome paterno aggiungendolo (ovviamente prima) a quello della madre o addirittura sostituendolo del tutto.

L’attribuzione automatica del cognome paterno avviene anche in caso di figli adottivi.

Quali saranno le novità in futuro?

Se quello visto sinora è il sistema attualmente in vigore, la Corte Costituzionale ha recentemente dichiarato illegittima la regola dell’attribuzione in automatico del nome del padre.

La conseguenza di tale decisione è che in futuro il figlio potrà assumere anche solo il cognome della madre o del padre, oppure entrambi e nell’ordine che verrà concordato dai genitori. Come spesso accada, nel caso non fosse possibile trovare un accordo tra i due, sarà un giudice a prendere la decisione.

Le indicazioni date dalla Corte Costituzionale non sono però ancora in vigore (per quanto alcuni Tribunali le abbiano già applicate), bisognerà per questo aspettare che il Parlamento (potere legislativo) regoli questi aspetti.