Chi inventa i nomi delle leggi?

14 Maggio 2025

leggiPrendiamo il nome di alcune leggi:
– legge 30 dicembre 2024, n. 207, “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027
– legge 23 luglio 2008, n. 124, “Disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato“, e infine,
– legge 28 giugno 2012, n. 92,”Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.

Letti così, alla maggior parte di noi i nomi di queste leggi non dicono sicuramente niente o quasi.
Se invece vi dicessimo che la prima della due leggi altro non è che la legge di bilancio 2025, che la seconda è nota come lodo Alfano e che l’ultima citata è niente meno che la famosa Legge Fornero? Per non parlare, poi della “Legge Cirinnà”, “Legge Severino”, o ancora del “Decreto Salva Italia”.

Allora anche le leggi hanno un nome! Ma come vengono inventati questi nomi e da chi?

 

Dal progetto alla legge

Prima di essere pubblicata ed entrare in vigore ogni legge deve seguire un iter particolare.
Si parte dalla presentazione di un progetto di legge, la cui iniziativa può essere del Governo (disegno di legge), di singoli Parlamentari (proposta di legge), del Popolo (legge di iniziativa popolare) con almeno 50.000 firme, dei Consigli Regionali o, in alcuni limitati casi, anche dei Consigli comunali.

La proposta di legge viene, quindi, assegnata ed esaminata da una commissione parlamentare, per poi essere portato in aula per la discussione, partendo dalla Camera dei Deputati o Senato (a seconda di dove è iniziato l’iter).

Dopo l’approvazione da parte di entrambe le Camere, la legge viene trasmessa al Presidente della Repubblica, che, salvo richiesta di modifica, la promulga entro 30 giorni.

In Italia, il titolo ufficiale di una legge viene stabilito al momento della sua approvazione e serve a descrivere in modo sintetico l’oggetto della norma.

I nomi delle leggi

Come abbiamo visto, il percorso per la nascita di una legge, dal progetto iniziale sino alla sua entrata in vigore, è scandito da passaggi e momenti precisi.
Per quanto riguarda la scelta del nome della legge, invece, non ci sono regole specifiche da rispettare.

Di solito il nome della legge viene scelto durante l’iter che abbiamo visto in precedenza o dai soggetti che hanno proposto la legge e dovrebbe essere un titolo breve e descrittivo (ndr: ma come abbiamo visto sopra non è sempre così), in modo da fornire un’indicazione di massima circa il contenuto della norma.
Poi, però, certe leggi nel corso del loro utilizzo cambiano nome prendendo quello del parlamentare che ha promosso la legge o del ministro competente. Questi soprannomi diventano così diffusi da entrare nell’uso comune, anche se nei documenti ufficiali non compaiono mai.

Oltre agli esempi che abbiamo visto all’inizio, un altro caso noto è quello della c.d. legge sull’aborto, che nei documenti ufficiali è invece la legge 20 maggio 1978, n. 194, intitolata “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza“.

 

(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
Questo è Diritto-Pop!

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