“Abracadabra! e la donazione diventa una compravendita!”
State tranquilli, non siamo impazziti, oggi vogliamo parlare di atti simulati.
Immaginiamoci di voler acquistare un appartamento da un nostro parente stretto, sul contratto scriviamo anche il prezzo di vendita, ma in realtà non paghiamo neanche un euro.
Questa situazione descrive un tipico esempio di atto simulato, un fenomeno giuridico molto più comune di quanto si pensi.
In questo articolo, esploreremo cosa sono gli atti simulati, perché vengono utilizzati, e soprattutto quali sono le conseguenze dal punto della legge e del fisco.
Cos’è un atto simulato? un vero e proprio abracadabra contrattuale
Un atto simulato altro non è un contratto in cui le parti fingono di realizzare un accordo, ma in realtà ne nascondono uno diverso. Per tornare all’esempio di cui sopra, le parti fingono di fare una compravendita, ma in realtà vogliono realizzare una donazione (cioè trasferire un immobile da una persona all’altra senza che quest’ultima paghi il prezzo).
Bisogna sapere che ci sono due tipi di simulazione:
quella relativa (come quella dell’esempio), in cui le parti fingono un certo contratto per nasconderne un altro e quella assoluta, in cui, invece, l’atto è solo una “magia”, perché le parti in realtà non vogliono concludere nessun contratto.
Perché si ricorre alla simulazione?
Le ragioni per cui le persone ricorrono ad atti simulati possono essere diverse, tra cui ad esempio:
- per evitare tasse o imposte: ad esempio, per pagare meno tasse rispetto a quelle previste per una donazione.
- per proteggere e nascondere il proprio patrimonio dalle pretese dei creditori;
- per favorire uno dei figli a discapito degli altri.
Gli atti simulati possono sembrare una scorciatoia conveniente per risparmiare denaro o evitare problemi, ma le conseguenze possono essere gravi, sia dal punto di vista civilistico che fiscale: l’utilizzo della simulazione, infatti, non è sempre lecito e può comportare conseguenze negative.
Le conseguenze della simulazione
Dal punto di vista del diritto, un atto simulato può avere diverse conseguenze. Infatti, se l’atto è simulato assolutamente, è come se non fosse mai esistito, se invece è simulato (solo) relativamente, quello che conta è il vero accordo tra le parti (nel nostro esempio, la donazione).
Dal punto di vista fiscale, una compravendita simulata come donazione può avere impatti rilevanti: se l’Agenzia delle Entrate accerta che l’atto è simulato, può richiedere il pagamento delle imposte dovute sulla donazione oltre alle relative sanzioni.
Da non dimenticare, poi, che esiste anche il reato di sottrazione fraudolenta, che punisce pesantemente, con la reclusione, chiunque aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui beni propri o altrui, allo scopo di sottrarsi al pagamento delle imposte sui redditi o sull’IVA con relative sanzioni o interessi per un ammontare superiore a cinquantamila euro, in modo da impedire o comunque ostacolare la procedura di riscossione coattiva.
Il reato è poi aggravato se l’ammontare delle imposte, sanzioni o interessi è superiore a duecentomila euro.
(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
Questo è Diritto-Pop!