Accise sui carburanti: cosa sono, come funzionano e perché il prezzo non diminuisce?

17 Maggio 2025

carburantiStando agli ultimi dati disponibili forniti dall’Istat, nel 2023 ogni famiglia italiana ha quindi speso in media 1.843 euro per l’acquisto dei carburanti.
Di questi 1.843 euro, però, solo 552 euro sono serviti per acquistare il carburante.
Ma dove sono finiti gli altri 1.291 euro? o se vogliamo dirla in altro modo, quando facciamo il pieno alla nostra macchina, allora, cosa stiamo pagando?

Qui arriviamo alle accise, un argomento di grande interesse per tutti gli automobilisti e consumatori.
Ma cosa sono esattamente le accise?

In questo articolo ti spieghiamo cosa sono le accise sui carburanti, come funzionano dal punto di vista giuridico e perché influenzano così tanto il prezzo finale.

 

Cosa sono le accise sui carburanti?

Le accise sono imposte indirette applicate sulla produzione o sul consumo di specifici beni come i prodotti energetici, l’alcole etilico e le bevande alcoliche, l’energia elettrica e i tabacchi lavorati.
Nel caso dei carburanti, le relative accise sono previste e regolamentate dal D.Lgs. 504/1995, c.d. Testo Unico delle Accise.

Sono definite imposte indirette perché non vengono applicate direttamente sul reddito o sul patrimonio ma, piuttosto, come detto, sulla produzione o sul consumo di un prodotto. Oltre a queste, ci sono poi le addizionali sulle accise che, come è facile immaginare, sono imposte aggiuntive che si sommano all’accisa base, aumentando ulteriormente il prezzo del carburante. 

Le accise sui carburanti sono una fonte di entrate importanti per lo Stato e le loro aliquote, cioè il loro tasso percentuale, può essere modificato dal Governo attraverso decreti-legge, in base alle esigenze di bilancio dello Stato.

Negli anni, le accise sulla benzina sono sempre state maggiori rispetto a quelle sul gasolio. Per questo, con un decreto interministeriale in vigore dal 15 maggio 2025, il governo punta a riavvicinare la tassazione di gasolio e benzina: sulla base di tale provvedimento, l’accisa sulla benzina è scesa  di 1,5 centesimi al litro (da 728,40 a 713,40 euro per mille litri), mentre quella sul gasolio è aumentata della stessa cifra (da 617,40 a 632,40 euro per mille litri).

 

Composizione del prezzo del carburante

Stando ai dati forniti dal MITE – Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, nel primo trimestre 2025  il prezzo medio di un litro di benzina è stato pari ad 1, 803 euro.
Vediamo come è composto il prezzo del carburante e come si arriva a questa cifra.

Il prezzo finale dei carburanti è la somma di 4 voci distinte:

  • Prezzo del petrolio, cioè il costo della la materia prima;
  • Margine di distribuzione: Include costi di trasporto e margine di guadagno delle stazioni di servizio;
  • Accise, cioè l’imposta fissa per ogni litro di carburante;
  • IVA, applicata anche sull’importo delle accise, creando una “tassa sulla tassa” e, infine,

Le prime due voci (materia prima e margine lordo) rappresentano il prezzo industriale e pesano sul prezzo finale per circa il 42%, mentre iva e accise rappresentano dal componente fiscale del prezzo che pesa per il restante 58%.

Scomponendo il prezzo medio di un litro di benzina pari ad euro 1,803 abbiamo:

Materia prima 0,5049 euro 30%
Margine di distribuzione 0,21 euro 12%
Accise 0,7284 euro 40%
Iva 0,3252 euro 18%

Per tornare alla domanda iniziale, quando facciamo il pieno alla nostra macchina, il 58% di quello che stiamo pagando sono imposte, il 12% (lordo) è il ricavo del distributore e solo il 30% è effettivamente il carburante.

 

Perché il prezzo della benzina non cala quando scende il prezzo del petrolio?

Spesso si sente dire che, quando il prezzo del petrolio scende, il prezzo della benzina alla pompa non cala proporzionalmente.

Da quello che abbiamo visto sinora è facile intuire il perché di questo.
Le accise sono fisse e, quindi, anche se il prezzo del petrolio scende, l’importo delle accise non cambia, mantenendo alto il costo finale del carburante. Poi c’è l’Iva, anche questa calcolata sulle accise.

Per quanto riguarda i margini, questi hanno un impatto modesto sul prezzo finale dei carburanti e quindi anche un ribasso di questa componente da parte delle compagnie petrolifere e dei distributori avrebbe un impatto minimo sul prezzo di vendita.

Infine, ed è questo probabilmente il fattore più rilevante, le quotazioni industriali dei carburanti hanno un mercato collegato ma distinto rispetto a quello petrolifero ed inoltre sulla materia prima incidono le quotazioni internazionali e l’effetto cambio euro/dollaro. Per questo, anche se il prezzo del petrolio scende sui mercati internazionali, i costi di raffinazione, trasporto e distribuzione possono non seguire lo stesso trend.

 

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(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
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