Fermo amministrativo: attenzione, la tua auto può essere bloccata!

26 Maggio 2025

Incappare in un fermo amministrativo non è una cosa da sottovalutare.

Non si tratta di una sanzione penale, ma può comunque avere conseguenze molto pesanti sulla vita quotidiana: come fa intuire il nome stesso, il fermo impedisce l’uso del veicolo, ne vieta la circolazione e, nei casi più gravi, può portare addirittura alla confisca o alla vendita all’asta del mezzo.

Si tratta di una misura che può colpire chi non paga le tasse, il bollo auto, le multe o altri debiti con lo Stato.

In questo articolo ti spiegheremo che cos’è il fermo amministrativo, chi può disporlo e in quali casi, cosa comporta e quali sono le sanzioni per chi circola nonostante il fermo e, anche, come evitarlo o revocarlo.

 

Cos’è il fermo amministrativo

Contrariamente a quello che spesso si pensa, il fermo amministrativo non è una sanzione disposta da un giudice. È, invece, un provvedimento amministrativo, cioè una decisione che proviene da una amministrazione.

In particolare, il fermo amministrativo è una misura coattiva, cioè imposta anche contro il volere del debitore, ed è prevista dalla legge.
Attraverso il fermo un ente pubblico, di solito l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, blocca l’utilizzo di un veicolo intestato a un debitore, iscrivendo un vincolo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Lo scopo del fermo amministrativo è quello di impedire l’utilizzo di un autoveicolo fino a quando il proprietario non paga quanto dovuto.
Il fermo può riguardare automobili, motocicli, furgoni o qualsiasi altro veicolo registrato e viene applicato a seguito del mancato pagamento di una o più cartelle esattoriali, e solo dopo una precisa procedura:

  • il cittadino riceve una cartella di pagamento per un debito (es. bollo auto, multe, INPS, tributi locali). Se non paga entro 60 giorni, l’ente può iscrivere il fermo sul veicolo;
  • trascorsi i 60 giorni, prima dell’iscrizione, deve essere inviato un preavviso di fermo: una comunicazione che dà altri 30 giorni di tempo per regolarizzare la posizione. Se anche questi 30 giorni passano senza pagamento o rateizzazione, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere al fermo, iscrivendolo al PRA.

 

Le conseguenze del fermo

Il fermo amministrativo non toglie la proprietà del veicolo ma, una volta iscritto, ha effetti immediati e limitanti: il veicolo colpito dal fermo, infatti, non può circolare e non si può nemmeno rottamare o parcheggiare in luogo pubblico.
Con il fermo il veicolo si può comunque neppure vendere ma il blocco continua a gravare sul veicolo fino a quando il debito non viene integralmente saldato.

Se si viola il divieto di circolazione si rischiano sanzioni molto pesanti: si va dalla multa (da un minimo di 1.984 fino ad un massimo di 7.937 euro!), alla confisca del veicolo fino alla sospensione della patente da 1 a 3 mesi (in caso di reiterazione).

 

Fermo amministrativo e assicurazione

Per tutti i veicoli c’è l’obbligo di assicurazione. E per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo?
Recentemente il Ministero dell’Interno ha escluso questo obbligo dal momento che l’uso di questi veicoli è vietato in forza del provvedimento adottato dall’autorità, cioè dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

 

Come si toglie il fermo amministrativo?

Il fermo amministrativo viene iscritto in caso di mancato pagamento di tasse o cartelle esattoriali. Il modo “naturale” per cancellarlo è, dunque, l’integrale pagamento del debito. Una volta effettuato il pagamento, l’Agenzia delle Entrate provvederà a richiedere la cancellazione al PRA.

Il fermo si può, però, cancellare anche con la rateizzazione del debito, a seguito del pagamento della prima rata.

 

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(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
Questo è Diritto-Pop! 

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