Diritto alla revisione e il processo penale si riapre dopo anni

22 Maggio 2025
diritto alla revisione

Foto di Moose Photos (Pexels.com)

Diritto alla revisione, ossia il meccanismo che consente in determinati casi di riaprire un processo penale già chiuso da anni.
Se ne parla tanto in questo periodo per le notizie di cronaca che riguardano uno dei più noti casi giudiziari, il c.d. omicidio di Garlasco, per il quale a distanza di anni sono state disposte nuove indagini.

Però, contrariamente a quello che si legge, anche sulla rete, o a quello che viene detto in numerose trasmissioni televisive, queste nuove attività investigative con il diritto alla revisione centrano poco o nulla. Per ora.

Cerchiamo di chiarire alcuni concetti e capire alcuni meccanismi del diritto penale.

 

Verità, giustizia e diritto alla revisione

In linea generale, quando un processo penale si conclude con una sentenza definitiva, non può più essere modificato: è il principio della cosa giudicata.
Si tratta di una regola generale, ci sono però ha alcune eccezioni che servono proprio a evitare che un errore giudiziario resti per sempre.
Nel diritto penale esiste, infatti, un principio fondamentale: la verità e la giustizia devono prevalere, anche se è passato molto tempo.
Nel codice di procedura penale, – che potremmo definire come l’insieme delle “regole” del processo -, esiste un articolo, il 414, che prevede la possibilità per il giudice di riaprire le indagini in caso di “richiesta motivata dalla esigenza di nuove investigazioni” da parte del Pubblico Ministero.

Nel caso di Garlasco, come tutti sanno, una persona è già stata ritenuta colpevole e condannata, ma il Pubblico Ministero ha ritenuto comunque di dover svolgere ulteriori approfondimenti. Solo ed esclusivamente nel caso in cui dalle nuove indagini dovessero emergere elementi decisivi, si potrebbe avere la revisione del processo.

 

Il diritto di revisione come strumento straordinario

Immaginiamo che dopo tanti anni dalla chiusura di un processo, conclusosi con una condanna definitiva, si scopra che un testimone ha mentito, una persona confessi il reato o emergano nuove prove che scagionano o potrebbero scagionare il colpevole.
In questi casi è possibile chiedere la riapertura del processo anche molti anni dopo la condanna definitiva.
Si tratta del diritto di revisione, previsto dall’art. 630 del codice di procedura civile, ed è uno strumento straordinario che serve proprio per riaprire un processo già chiuso quando emergono fatti nuovi o prove nuove che dimostrano l’innocenza della persona condannata.

Per tornare al caso di Garlasco, solo qualora dalle nuove indagini in corso dovessero emergere elementi decisivi,  si potrà richiedere la revisione del processo.

 

Diritto penale e cronaca: Enzo Tortora e la strage di Erba

Un caso famoso di errore giudizio fu quello di Enzo Tortora, arrestato e condannato ingiustamente negli anni ’80 per traffico di droga e associazione mafiosa. Solo dopo anni si è scoperto che era completamente innocente, vittima di false accuse.

Più recentemente, poi, di revisione si parlò con riferimento alla strage di Erba, altro famoso caso giudiziario avvenuto nel 2006 in cui persero la vita quattro persone. Nel 2023, il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, presentò una richiesta di revisione del processo sulla base di una nuove prove.
L’istanza venne però respinta perché si ritenne che le nuove prove fossero insufficienti per giustificare una revisione.

 

(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
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