
Image by Mohamed Hassan (Pixabay)
In questi ultimi mesi si sente sempre più spesso parlare di Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) e anche in questi giorni, ad esempio, si discute del fatto che l’Iran, dopo l’attacco subito da Israele, potrebbe formalizzare la sua uscita da questo Trattato.
Come è facile intuire, si tratta di un argomento molto complesso che riguarda aspetti di geopolitica, economia, diritto e anche religiosi, ed è per questo importante capire esattamente di cosa si tratta, quali sono i suoi punti fondamentali e perché è così importante.
Cos’è il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP)
Torniamo indietro di qualche decennio e precisamente nel 1968, nel pieno della c.d Guerra Fredda, un periodo caratterizzato da forti tensioni da USA e URSS.
È in quest’anno che diversi Paesi firmano il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), un accordo volto a limitare il rischio nucleare e che consentiva, però, agli Stati già in possesso di armi nucleari, e solo a quelli, di mantenere il proprio arsenale atomico.
Si trattava degli Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina, Paesi che ancora oggi sono i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Secondo il Trattato nessun altro paese avrebbe potuto sviluppare un programma nucleare militare.
Nel corso degli anni molti altri Paesi sono diventati membri del TNP, che oggi conta poco meno di 200 aderenti, tra cui anche l’Italia.
I pilastri fondamentali del Trattato di Non Proliferazione Nucleare
Il TNP è, senza alcun dubbio, uno dei principali strumenti internazionali per prevenire la diffusione delle armi nucleari, promuovere il disarmo e incentivare l’uso pacifico dell’energia nucleare.
Si basa su tre pilastri fondamentali:
1. Non proliferazione
Gli Stati non dotati di armi nucleari si impegnano a non acquisirle e a non riceverle da altri Stati.
Gli Stati che già possiedono armi nucleari (Stati “nuclearmente armati” al 1967: USA, Russia, Regno Unito, Francia, Cina) si impegnano a non trasferirle ad altri.
2. Disarmo
Gli Stati dotati di armi nucleari si impegnano a negoziare “in buona fede” il disarmo, anche se il trattato non stabilisce scadenze precise.
3. Uso pacifico dell’energia nucleare
Tutti gli Stati hanno il diritto di sviluppare l’energia nucleare per scopi pacifici (es. produzione di energia), sotto controllo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), che verifica che non ci siano usi militari nascosti.
Grazie al TNP, oggi solo 9 Paesi possiedono armi nucleari: oltre ai 5 originari, si sono aggiunti India, Pakistan, Israele e Corea del Nord.
Che valore hanno i trattati internazionali?
I trattati internazionali, come il TNP, sono fonti di diritto internazionale e hanno un valore giuridico vincolante tra gli Stati che li sottoscrivono.
Valore giuridico vincolante significato che ogni Stato firmatario è legalmente obbligato a rispettare il trattato secondo il principio del pacta sunt servanda (ossia gli accordi vanno rispettati), previsto dalla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969.
Per quanto riguarda, invece, il rapporto tra un Trattato e le leggi del singolo Paese (tecnicamente si dice gerarchia del Trattato rispetto alle norme), questo dipende dal sistema giuridico di ogni Paese. In Italia, ad esempio, i trattati ratificati hanno valore pari alla legge ordinaria (art. 117 Cost.), ma quelli che attuano obblighi internazionali possono avere forza superiore alle leggi precedenti.
Proprio in virtù del loro valore giuridico vincolante, in caso di violazione delle norme del Trattato da parte di uno Stato, questo può essere oggetto di sanzioni internazionali, risoluzioni ONU, isolamento diplomatico, o altre misure di ritorsione.
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