
Foto di Israel Piña (Pexels.com)
Cosa c’entrano la globalizzazione e il diritto con il Big Mac?
In realtà c’entrano eccome, perché questo panino è un piccolo (e saporito) concentrato di diritto, economia e società!
Ma cos’è la globalizzazione?
Contrariamente a quello che si potrebbe credere, la globalizzazione non riguarda solo il marketing ma è piuttosto una questione di economia, potere, regole e anche diritti.
La globalizzazione è un processo di integrazione e interconnessione economica, sociale e culturale tra le varie aree del mondo e riguarda anche le comunicazione e l’informazione.
E il diritto? Quale ruolo ha nella globalizzazione? Lo vedremo tra poco ma prima facciamo un passo indietro, sino alle origini della globalizzazione.
Quando nasce e cosa si intende per globalizzazione?
Non esiste una data di nascita precisa della globalizzazione, essendo un fenomeno che si fa risalire dalla seconda metà del XIX secolo, in piena rivoluzione industriale.
Le imprese hanno necessità di trovare nuovi sbocchi per i propri prodotti e così i mercati diventano internazionali e mondiali. A questa fase iniziale segue una fase di delocalizzazione, in cui le imprese trasferiscono fisicamente le produzioni in Paesi lontani, dove è possibile operare con meno vincoli e con una manodopera a basso costo.
Le aziende, quindi, delocalizzano la produzione, cioè spostano le fabbriche in Paesi lontani, dove produrre costa di meno e ci sono meno regole da rispettare. Così, un’azienda che fa vestiti in Italia potrebbe chiudere la fabbrica qui e aprirla in Bangladesh, perché lì paga gli operai molto meno.
PRO: la globalizzazione consente una specializzazione del lavoro e la massima efficienza dei sistemi produttivi, agevolando anche la crescita dei Paesi più poveri.
CONTRO: la globalizzazione favorisce lo sfruttamento delle risorse e dei lavoratori da parte dei Paesi poveri, permettendo invece alla grandi multinazionali di trarre enormi profitti.
Con la globalizzazione l’economia diventa sempre più “mondiale” (ndr: non per niente si parla di mondializzazione dell’economia): persone, soldi e idee viaggiano molto più facilmente da un Paese all’altro. Anche le fabbriche, i negozi e i servizi sono sempre più collegati tra loro, come se facessero parte di un unico grande sistema.
Un esempio? Un cellulare che compri in Italia può essere progettato in California, prodotto in Cina con componenti costruiti in India, e poi venduto in un negozio di Milano.
Il ruolo del diritto nella globalizzazione
Per effetto della globalizzazione si modificano anche i concetti di territorio nazionale e di autonomia dei singoli Stati: i mercati mondiali sono interconnessi tra loro e quindi è sempre più difficile per un singolo Stato poter adottare decisione all’interno del propri confini senza dover subire interferenze da parte di soggetti esterni.
Dal punto di vista del diritto la globalizzazione ha conseguenze importanti:
- Limitazione della sovranità degli Stati: ogni Stato diventa parte di una rete mondiale di centri di potere ed è costretto a confrontarsi con altri attori politici e giuridici;
- Modifica delle tipologie e del ruolo delle fonti giuridiche: in ambito sovranazionale, il riferimento non è alla legge emanata da un singolo Stato, ma a fonti, come i trattati, le raccomandazioni, le direttive, emanate da una pluralità di soggetti;
- Maggiore importanza agli organi giudiziari internazionali nella risoluzione delle controversie tra Stati.
In questo senso si può parlare di globalizzazione giuridica.
…e il nostro Big Mac?
Torniamo, finalmente, al nostro panino.
Come il cellulare di cui sopra, anche il nostro Big Mac non nasce in un solo Paese.
Il grano per il pane può venire da Canada o Ucraina, mentre la carne da allevamenti in Argentina, in Italia o in un altro Stato, stessa cosa per l’insalata, il formaggio e i cetrioli!
Però il (sapore del) Big Mac è uguale in tutto il mondo! e allora?
Ogni ingrediente attraversa dogane, trattati commerciali e normative sanitarie.
Senza regole comuni, un Big Mac identico in 100 Paesi diversi non esisterebbe.
Qui entra in gioco il diritto del commercio internazionale, con organismi come la WTO (World Trade Organization) che disciplinano i rapporti tra Stati per facilitare il libero scambio.
- Unione Europea → regolamento (CE) n. 178/2002: disciplina la sicurezza alimentare e la tracciabilità degli ingredienti.
- USA → norme FDA (Food and Drug Administration), con criteri spesso meno stringenti sull’uso di additivi.
Risultato: lo stesso Big Mac può avere ricette leggermente diverse a seconda del Paese, perché deve rispettare leggi nazionali.
Un’ultima curiosità sul Big Mac!
Dovete sapere che nel 1986 la rivista The Economist inventò il Big Mac Index per spiegare in modo semplice la teoria della parità dei poteri d’acquisto.
L’idea, semplice, era questa: se un Big Mac costa 5 dollari negli Stati Uniti e 3,50 euro in Italia, il tasso di cambio “giusto” tra dollaro ed euro dovrebbe riflettere questo rapporto. Se invece il cambio reale è molto diverso, significa che una delle due valute è sopravvalutata o sottovalutata.
Divertente, no?
Tutto questo dimostra come grazie al diritto i prodotti globali possono adattarsi ai mercati locali e la prossima volta che avrete fame, ORDINATE UN BIG-POP!
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(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
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