Eredità digitale: cosa succede ai nostri dati online dopo la morte e cosa prevede la legge

29 Maggio 2025
eredità digitale

Foto di JK_Studio (Pixabay)

Si sente parlare spesso di eredità digitale, un tema sempre più rilevante ma ancora poco conosciuto. Ma esattamente di cosa si tratta?

Ogni giorno con i nostri smartphone e pc generiamo una mole enorme di contenuti digitali: email, profili social, file archiviati in cloud, fotografie online, abbonamenti digitali, password per accedere all’home banking e molto altro.

Qual è il destino di questi dati dopo la morte di una persona?
È qui che entra in gioco l’eredità digitale, che riguarda proprio il destino di quei dati personali e contenuti digitali dopo la morte della persona a cui si riferiscono, nonché la possibilità per gli eredi di accedervi, gestirli o cancellarli.

 

Il concetto di “eredità digitale”

L’eredità digitale comprende l’insieme dei beni e dei dati digitali riconducibili a una persona, che possono avere valore patrimoniale (es. conti correnti online, criptovalute, opere digitali) o non patrimoniale (email, profili social, fotografie, documenti).

Nell’eredità digitale, dunque, rientrano:

  • beni digitali a contenuto patrimoniale, che hanno, cioè, un valore economico: per esempio, un conto PayPal, un wallet di criptovalute, o altri contenuti vendibili come e-book o NFT;
  • contenuti digitali aventi aventi contenuto strettamente personale, come le email, i messaggi o le foto salvate su cloud ;
  • accessi e credenziali, ossia le username e password per poter accedere ai vari profili e servizi.

È facile capire che ognuno di noi, volente o nolente, ogni giorno, foto dopo foto, messaggio dopo messaggio, sta “costruendo” la propria eredità digitale.
Ma cosa dice il diritto in materia di eredità digitale?

 

La normativa in Italia sull’eredità digitale

Nonostante il tema sia sempre più importante e d’attualità, in Italia non esiste ancora una normativa organica e specifica sull’eredità digitale, anche perché si tratta di un tema molto complesso, oltre che nuovo, e nel quale si combinano aspetti molto diversi tra loro (ad es., quelli successori, di tutela dei diritti della personalità, di privacy, ecc.).

Esistono però alcune norme che possono aiutare per affrontare il tema.

L’art. 649 del Codice Civile prevede che tutti i beni del de cuius, salvo diversa volontà testamentaria, si trasmettono agli eredi. Tuttavia, è discusso se questa previsione si applichi anche ai beni digitali non patrimoniali, come ad esempio un profilo Facebook.

L’art. 2-terdecies del Codice della Privacy riconosce agli eredi i diritti relativi ai dati personali del defunto, salvo che il defunto stesso non lo abbia vietato espressamente con dichiarazione scritta.

In altre parole, gli eredi possono chiedere la cancellazione, l’accesso o la rettifica dei dati personali del defunto, salvo diversa volontà espressa. Tuttavia, le piattaforme online non sempre accettano tali richieste, soprattutto se i dati sono protetti da clausole contrattuali.

 

Il ruolo delle piattaforme digitali

Nel tema dell’eredità digitale, soprattutto per quanto riguarda gli accessi e le credenziali, un ruolo fondamentale è quello svolto dalle varie piattaforme digitali.
Ogni piattaforma, infatti, ha una propria policy sull’eredità digitale, spesso regolata nei termini di servizio che l’utente accetta al momento dell’iscrizione. Vediamo qualche esempio.

Facebook consente agli utenti di scegliere in vita se:
Nominare un contatto erede (legacy contact), che potrà gestire il profilo commemorativo.
Richiedere la cancellazione del profilo alla propria morte.
Fonte: Meta Help Center

Google offre il servizio Gestione account inattivo: l’utente può stabilire dopo quanto tempo di inattività il proprio account venga considerato “inattivo”, e può designare fino a 10 contatti fidati che riceveranno accesso selettivo ai dati.
Fonte: Google Account Inactive Manager

Con l’introduzione di iOS 15.2, Apple consente agli utenti di designare un contatto erede digitale per il proprio Apple ID, che potrà accedere ai dati in caso di decesso, previa presentazione del certificato di morte e di un codice d’accesso generato in vita.
Fonte: Apple Support

 

(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
Questo è Diritto-Pop! 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *