
Foto tratta da Inps.it
Fan della pensione (ma non solo!), questo articolo fa per voi!
Non passa giorno che non si senta qualcuno parlare di INPS, di welfare, di previdenza sociale. Ma, esattamente, di cosa si sta parlando?
Innanzitutto la sigla: INPS sta per Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ed è un ente con il quale, prima o poi, ognuno di noi si troverà ad avere a che fare.
Che cos’è l’INPS
L’INPS è il principale ente previdenziale italiano, un istituto pubblico che gestisce la quasi totalità delle forme di previdenza obbligatoria del nostro Paese (ndr: …obbligatoria perché fino al 1919 l’assicurazione pensionistica era volontaria!)
La nascita di quello che oggi conosciamo come INPS risale al 1898, allora si chiamava “Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai”, in epoca fascista cambiò nome in “Istituto Nazionale (ovviamente) Fascista della Previdenza Sociale” sino a diventare definitivamente nel 1944 Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Ma cosa fa l’INPS?
L’INPS si occupa di (raccogliere i contributi previdenziali versati dai lavoratori e dai datori di lavoro durante la vita lavorativa e, quindi, finalmente, dirà qualcuno) pagare le pensioni e quelle che si chiamano prestazioni assistenziali a sostegno del reddito, somme che vengano versate per tutelare i lavoratori in momenti di difficoltà, per sostenere coloro che hanno redditi modesti o per aiutare economicamente le famiglie (grazie agli assegni familiari, al bonus bebè, ai congedi di maternità e paternità, ecc.)
In questo grafico è possibile vedere quali sono le prestazioni che vengono erogate dall’INPS e le relative percentuali.
Perché l’INPS dovrebbe interessare ai giovani?
…titolo volutamente chiaramente clickbait per sperare che i lettori under 30, già annoiati al solo sentire parlare di pensioni, leggano anche quello che stiamo per scrivere (che li riguarda da vicino) e non siano passati già a Wired o a GeoPop 😂.
Dicevamo… l’INPS non si occupa solo di pensioni, ma per i giovani cosa fa?
Molti ragazzi, compiuta l’età minima per lavorare (se ve lo siete siete persi, potete leggere l’articolo sul lavoro dei giovani e sull’età minima per lavorare), fanno qualche lavoretto estivo, un tirocinio retribuito, o anche un part-time, iniziando a versare contributi previdenziali all’INPS.
In questo caso, dobbiamo immaginare l’INPS come un grande database o archivio in cloud che registra tutti i contributi versati e li tiene da parte per quando dovrà restituirceli sotto forma di pensione.
Quindi, grazie all’INPS, questi contributi non vengono persi, ma si accumulano e serviranno un giorno per la pensione.
Inoltre, l’INPS offre ai giovani numerosi servizi digitali (quindi online :-)) dedicati anche a studenti e lavoratori, disoccupati e neoimprenditori, facilitando l’accesso a prestazioni, bonus, incentivi per l’impresa giovanile e strumenti come il riscatto della laurea.
(Anche) Questo articolo è stato scritto da una persona, non da una macchina!
Questo è Diritto-Pop!

